La sanità è ancora un diritto?

Biella,Sanità

La sanità pubblica in Italia sta affrontando una crisi senza precedenti, con il governo che ha deciso di non destinare ulteriori risorse al settore, trasformando così le cure da diritto a privilegio. Questa scelta solleva preoccupazioni profonde, non solo tra i cittadini ma anche tra gli operatori del settore.

Recentemente, l’Asl di Biella, con il sostegno della Regione Piemonte, ha annunciato un investimento di 240.000 euro per cercare di ridurre le lunghe liste d’attesa che da mesi, se non anni, impediscono ai cittadini di accedere a visite ed esami in tempi accettabili. Tuttavia, questo investimento è destinato a una struttura privata, il Presidio “La Vialarda” di Biella, gestito dalla Società Policlinico di Monza. È preoccupante notare che per il 2024 sono già stati stanziati 240.432,30 euro per la stessa struttura, cifra che ora raddoppierà.

Questa decisione solleva forti dubbi sulla gestione delle risorse pubbliche, che rischiano di essere disperse senza portare alcun miglioramento concreto alla sanità locale e regionale. Il Partito Democratico, a livello nazionale, ha presentato una pregiudiziale di merito contro il decreto del governo, ritenendolo l’ennesima “scatola vuota”, priva di interventi strutturali e finalizzata a favorire il sistema privato a scapito del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Le preoccupazioni del Partito Democratico sono supportate anche dalle dichiarazioni di ANAAO ASSOMED, la principale sigla dei medici ospedalieri, che sottolinea la necessità di misure strutturali con risorse adeguate e durature per ridurre i tempi di attesa. Senza interventi strutturali, il dramma delle liste d’attesa sembra destinato a rimanere irrisolto, con 4 milioni di persone che ogni giorno rinunciano alle cure e 10 milioni di prestazioni che restano inevase.

In Parlamento, il Partito Democratico ha ricordato che il governo ha respinto la proposta di legge di Elly Schlein, che mirava ad aumentare gradualmente la spesa sanitaria al 7,5% del PIL per garantire un finanziamento continuativo e strutturale. Al contrario, il governo ha optato per un decreto privo di risorse economiche aggiuntive, che non affronta in modo serio i problemi della sanità pubblica.

Le liste d’attesa rappresentano solo una parte dei numerosi problemi che affliggono la sanità italiana. È fondamentale potenziare l’assistenza territoriale attraverso l’assunzione di medici di base e pediatri di libera scelta, svincolati dal tetto di spesa. Manca, inoltre, la possibilità di assumere nuovo personale e di migliorare la qualità del lavoro dei dipendenti pubblici, già sovraccaricati da eccessiva burocrazia, straordinari e responsabilità.

Il decreto legislativo recentemente approvato prevede la creazione di una Piattaforma Nazionale per le liste d’attesa presso l’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas), con l’obiettivo di monitorare in tempo reale i tempi di erogazione delle prestazioni in tutte le Regioni. Tuttavia, temiamo che questa misura comporterà solo un ulteriore aumento della burocrazia, senza risolvere i problemi alla radice.

Se le prestazioni non saranno garantite entro i termini stabiliti, le Asl dovranno ricorrere a strutture private accreditate o alla modalità intramoenia, con personale ospedaliero già ridotto ai minimi termini e sotto pressione. Questo scenario rischia di aumentare il malcontento tra i dipendenti pubblici, molti dei quali stanno scegliendo di lavorare nel settore privato, dove le condizioni economiche e lavorative sono più favorevoli.

Le prestazioni sanitarie disponibili nelle strutture pubbliche e private convenzionate saranno centralizzate in un Centro Unico di Prenotazioni (CUP) regionale o interregionale, come già avviene da anni, con notevoli disguidi. L’unica novità significativa è il divieto per gli ospedali di sospendere o chiudere le agende, un problema che ha spesso causato ritardi impressionanti.

Infine, è importante sottolineare che questo decreto ha suscitato opposizione anche tra molti presidenti di regione di destra, i quali riconoscono che senza l’inserimento di risorse economiche e di personale, non sarà possibile affrontare la crisi sanitaria che sta diventando una vera e propria “olimpiade dei tour sanitari”.

Rita de Lima, Greta Cogotti, Elisa Francese – Tavolo Welfare e Sanità PD Biellese

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