Carceri Italiane: un’emergenza ignorata

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Un detenuto di 55 anni si è ucciso presso il carcere di Biella ieri notte. Si tratta del 64esimo suicidio di detenuti in carcere dall’inizio dell’anno a livello nazionale, cui si aggiungono 7 suicidi tra gli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria.

Ciò che colpisce di più alla luce del suicidio del detenuto presso il carcere di Biella è la dichiarazione del segretario generale della UilPa Polizia Penitenziaria a livello nazionale, Gennarino De Fazio, secondo il quale “non si ferma la carneficina nelle carceri del paese nella sostanziale indifferenza del governo”. Una bella differenza tra i toni trionfalistici con cui, nel nostro territorio, vengono venduti come fatti investimenti multimilionari del Governo per la formazione delle guardie penitenziarie in un ex ospedale enorme e da ristrutturare completamente. La verità è un’altra. A Biella, secondo i dati dell’osservatorio curato dall’associazione Antigone, il vecchio padiglione presenta una situazione invivibile per i molti detenuti per reati comuni, per lo più spaccio di strada. Non in tutte le celle c’è l’acqua calda, non è presente la doccia nelle celle visitate dall’Osservatorio. Su 358 detenuti presenti, 165 sono stranieri, ma attualmente mancano del tutto i mediatori culturali per interpretare le loro esigenze e avviare realistici percorsi di recupero e integrazione.

Il governo potrebbe cominciare a fare due cose: investire qualcosa per migliorare le condizioni del vecchio padiglione dell’ospedale di Biella, programmare con la Regione la formazione e l’assunzione dei mediatori culturali necessari a migliorare le condizioni interne e favorire le positive interazioni con il territorio valorizzando l’impegno profuso dalla garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale. Infine si consideri che se la situazione delle carceri italiane va sempre peggio molto dipende dal fatto che al Governo manchi completamente un’idea sulle pene alternative.

Oggi le carceri scoppiano di poveri che spacciano all’angolo delle strade, proprio come nell’Ottocento, mentre in Italia la criminalità organizzata che gestisce i traffici di droga, prostituzione minorile e altro impazza senza freno.

Chiediamo al governo meno slogan, meno chiacchiere, più visione e più concretezza. Per il futuro di Biella e per il futuro dell’italia.

Paolo Furia

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