Diritti sotto attacco: un appello per il futuro dell’Italia

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Nel 1948 venne proclamata la Dichiarazione Universale dei diritti umani. L’Italia di allora riteneva tali diritti così importanti e fondamentali, che l’assemblea costituente li inserì nella Costituzione.
Oggi, invece sono continuamente sotto attacco.
L’Italia viene continuamente punita per i reati di tortura nei confronti delle persone detenute, eppure un sottosegretario si permette di gioire nel sapere che questi non possano respirare nelle nuove auto della polizia penitenziaria.
Alle persone migranti viene continuamente negato il diritto di abbandonare il proprio paese per ricostruirsi una vita migliore.
I tagli costanti e continui all’istruzione sono volti a negare tale diritto ai bambini, in un paese dove sono circa due milioni le famiglie che vivono in condizioni di povera assoluta, vuol dire negare ai bambini un futuro.
Il lavoro povero e precario è in continuo aumento, in particolare per le donne.
Piero Calamandrei parlava della Costituzione come di una carta morta, che è solo un testo, ma che spetta a noi a darle significato. Lo stesso vale per la Dichiarazione. Questo governo li nega attraverso nuovi regolamenti e attraverso una finanziaria che di fatto non permette che questi possano essere applicati.
La sanità pubblica è sempre più messa in discussione, a scapito di 4,5 milioni di Italiani che hanno rinunciato alle cure.
I giovani preferiscono scappare all’estero perché qui non vedono alcun futuro.
Il progresso di una società non si ottiene sullo sfruttamento o sulle discriminazioni, ma sul riconoscimento e l’ampliamento dei diritti.

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