Decreto 71, Verzella: “L’emergenza che distrugge la scuola”

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“Colpiti dunque gli studenti più fragili, i docenti precari, i dirigenti più validi”.

è di questi giorni la conversione in legge alla Camera del Decreto legge 71 emesso lo scorso maggio. Già dal titolo “Disposizioni urgenti in materia di sport, di sostegno didattico agli alunni con disabilità e in materia di università e ricerca” si comprende che non si tratta di un intervento strutturato e completo, ma di un complesso “emergenziale” di provvedimenti accostati l’uno all’altro senza una visione d’insieme, un pensiero coerente.
Se si ragiona “in emergenza”, o si ragiona male o si provvede a sistemazioni spot, tutto si rivela distruttivo quando si tocca un organismo delicato come la scuola. Il PD ha provato in ogni modo, in Commissione e in aula, a proporre emendamenti migliorativi mettendo allo scoperto le logiche sottese all’urgenza.
Alcune criticità evidenti, sono già state evidenziate a livello centrale dalle Onorevoli Manzi, Malpezzi e Ferrari del PD: questo decreto e la legge che ne deriva daranno l’addio ai processi di inclusione che caratterizzavano positivamente la scuola Italiana per quanto riguarda gli studenti stranieri con background migratorio, non sostenendo il loro percorso di apprendimento della lingua in maniera continuativa, in classe insieme ai compagni e in orario curricolare.
Per quanto riguarda il sostegno, invece di qualificare i percorsi formativi dei docenti, implementando l’offerta in ragione proporzionale ai bisogni regionali, si assiste all’approvazione di percorsi paralleli che non garantiscono gli stessi standard e non si pensa alla stabilizzazione dei precari.Infine, con alcuni emendamenti dell’ultimo minuto, la maggioranza in Commissione ha di fatto impedito l’atteso rientro nella regione d’origine a molti dirigenti scolastici vincitori di concorso nel 2017, che da anni lavorano a migliaia di km da casa, che vedranno occupare posti cui legittimamente ambivano per merito. Dal 1° settembre molti posti in più di quelli previsti dall’originario disegno di legge saranno infatti riservati ai bocciati nel 2017, ricorsisti, sanati grazie a un provvedimento del governo Meloni.
Colpiti dunque gli studenti più fragili, i docenti precari, i dirigenti più validi. Inclusione e qualità non sono parole d’ordine per la maggioranza, evidentemente interessata a soddisfare un disegno elitario e a bloccare l’ascensore sociale. Ma del Merito, nome di cui questo Ministero dell’Istruzione si fregia, ne vogliamo parlare?

Emanuela Verzella – Cons. Regione Piemonte

VIA: newsbiella.it

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