“Una nuova corrente che coinvolga tutte le aree della nostra regione. Con un diverso punto di vista, che parta dai suoi comuni medi e piccoli”.
Queste prime settimane da consigliera regionale sono state caratterizzate dalle numerose sollecitazioni a “imparare” che, a una dirigente di scuola per adulti come me, sono parse quanto mai opportune, almeno quanto il dire che “non è mai troppo tardi” per apprendere cose nuove.
Già in campagna elettorale ho avuto occasione di “studiare” per poter partecipare con cognizione di causa a un convegno Uncem, l’Unione dei comuni montani e di approfondire la materia attraverso incontri con esperti di aree interne di pianura e di collina: territori spesso trascurati dalla politica perché mal conosciuti e, di conseguenza, poco raggiunti dai servizi.
Invece i territori montani e le aree interne sono il cuore e l’anima del nostro Piemonte. E sono, peraltro, zone in cui la destra politica prevale, senza apparente difficoltà, nonostante l’isolamento e la trascuratezza derivati dalle politiche regionali, se si escludono i Fondi di sviluppo e coesione governativi. Su questi ultimi però occorre, da parte delle forze di opposizione, vigilare affinché siano in complementarità funzionale col Pnrr e la programmazione dei Fondi strutturali, andando a finanziare gli interventi necessari ma non previsti, o possibili, con altri strumenti.
Insomma: le aree montane e interne sono luoghi in cui la nostra capacità di ascolto e rappresentanza deve essere completamente ricostruita. Territori in cui l’astensione dal voto deve diventare un “nostro” problema a cui fare fronte, lavorando lungo l’intero corso della prossima legislatura. Dolersene solo a ridosso della tornata elettorale, per poi riporre la questione nel cassetto fino alla prossima, è autolesionista.
Proprio per questo nei primi incontri con il gruppo consiliare regionale, con altri consiglieri “di periferia”, ho messo da subito all’ordine del giorno questo nostro peculiare punto di osservazione, perché sia messo in pari con l’attenzione riservata alla Torino metropolitana e alla Provincia Granda, su cui sono sempre stati puntati i fari politico-amministrativi.
Il Partito Democratico ha ottenuto ottimi risultati elettorali nelle città capoluogo, ma è necessario andare oltre. È per questo che noi “consiglieri di periferia” abbiamo deciso di costituire una piccola, ma determinata, corrente: quella di chi, finalmente, apre una finestra per guardarlo tutto intero, questo nostro Piemonte. Con un diverso punto di vista, che parta dai suoi comuni medi e piccoli.
FONTE: newsbiella.it